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Non ho mai lasciato un uomo con la motivazione: non ti amo più. Ho sempre lasciato andare perché sentivo che quella non era più la persona adatta, che non ero più innamorata con le farfalle nello stomaco – amare ed essere innamorati, per me, sono due cose diverse che possono coesistere o esserci l’una senza l’altra -. Che la relazione di coppia doveva finire per trasformarsi e trasformarmi in altro; perché una voce dentro gridava incessantemente “Basta” e io dovevo seguirla.

Se avessi dovuto aspettare di non amare più, probabilmente sarei ancora lì: ferma alla prima. Alla prima relazione, alla prima lezione.

Ho capito che è impossibile per me smettere di amare qualcosa che ho davvero amato, a meno che questa cosa non mi abbia fatto del male. Allora il dolore del risveglio supera l’amore per una persona o situazione ingiusta, e l’amore ritorna a me come attestato della verità che c’era nel mio sentimento. Nulla è vano, niente dell’amore che proviamo è perduto. Se torna al mittente: aprite le porte.

Ho capito che non posso aspettare di smettere di amare per lasciare andare una cosa non più adatta a me: perché se è stato ed è vero amore, questo non smetterà.

“L’amore non basta” è una frase che non mi piace così com’è; non la trovo vera.

Trovo più vera per me: l’amore non basta a rendere la persona o la strada che ami, quella adatta a te, se tale persona o strada non sono quelle adatte a te.

L’amore vero sa vedere. E vedere richiede onesto coraggio.

Andare non significa smettere di amare, restare invece a volte significa smettere di amare sé nella propria verità.

– È per questo che ho messo amore e verità come miei due primi valori: affinché possano sostenersi, affinché si reggano e spingano a vicenda. Perché dove c’è uno ci sia necessariamente anche l’altro.
Per salvarmi, sempre. –

Non è facile.
Ma come dice la mia amata insegnante di Yoga: “Non ho detto che è facile, ma con la pratica costante imparerai presto a farlo.”

Gloria Momoli