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Alcune persone sono la direzione, altre la destinazione.

Se ascolti bene, se osservi, se noti: le persone sono meravigliosi segnali sulla tua mappa. Sono messaggeri mandati per indicarti la via, per dirti se sei sulla tua strada, in cosa evolvere e come proseguire.

Alcuni sono un via da qui: no, così no grazie. Qui no, grazie.
Alcuni sono un: che bello che sei passato, resti un po’? Restiamo insieme?
Altri ti dicono se stai andando dalla parte giusta, se dovevi passare di lì oppure no; quanto ti devi fermare, se e come procedere.
Alcuni sono come quei cartelli che sembrano indicarti la strada, arrivi alla prima rotonda e già non ci sono più: persi loro o persa tu.
Altri sono segnali provvisori – di quelli che si spostano come per i lavori in corso. Oppure sono arrivati a dirti i tuoi limiti: sei arrivato fino a qui, oltre, così, non puoi passare (cresci!), divieto d’accesso.
Altri invece sono monumenti: certezze; alberi secolari sotto cui trovare riparo; fari. Stella polare.
Alcuni – ancora – sono abbagli. O il segno che tanto avevi chiesto.
Alcuni ti danno la sensazione di essere tornato indietro invece di essere andato avanti “Ma di qui non ci ero già passato?” oppure altri ti dicono – appena li vedi – da quante vite: “Eppure questo posto lo conosco già.”

Ci sono segnali che sono soste: di ristoro o perché hai bucato.
Persone come strade che portano al mare o persone come la colonna in autostrada il quindici di agosto.

E le persone destinazione?
Be’, quelle sono inequivocabili. Loro non restano sulla via. Loro ti si siedono accanto, fanno il viaggio con te e ti fanno sentire che casa – la destinazione – è ovunque nel mondo. E insieme.

Gloria Momoli