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Ringrazio tutte le persone e le esperienze che con un calcio mi hanno spinta fuori dalla mia campana di vetro.
Ringrazio chi o cosa poi l’ha anche mandata in frantumi quella campana, affinché io non ci potessi proprio più tornare.

Ringrazio chi non mi ha protetta o non ha avuto cura di me, perché mi ha insegnato a farmi forte e ad amare incondizionatamente.
Ringrazio chi si è fatto nebbia perché ha permesso che io mi facessi tempesta e poi pioggia gentile.
Ringrazio chi non mi ha taciuto la cruda verità, chi ha sbagliato con me, chi mi ha tremendamente ferita: resto pura ma ho smesso di essere ingenua.
Ringrazio chi è sparito o non è più stato di supporto, chi in silenzio ha gridato “arrangiati, non mi interessi più”, chi mi ha teso trappole – volontarie e involontarie – perché mi ha insegnato a farcela da sola.
Ringrazio chi non si è fatto fiume per accompagnarmi al mare, ma mi ha lasciata al largo con le mie sole forze: ritorna ora – fortificata – oppure nuota fino all’oceano.
Ringrazio chi non ha compreso il mio cuore per avermi educata a conoscere più linguaggi, più ricchezza nei modi, più pazienza e amore vero verso me.
Ringrazio le strade che non sono arrivate da nessuna parte, i sogni andati in mille pezzi, i sentimenti pianti fino a mancare l’aria: avete nutrito la mia sacra vulnerabilità.

Ringrazio me perché mi sono lasciata sempre formare ma mai indurire; riconoscendo tutti questi come i miei più grandi Maestri.

Non proteggete oltremodo chi amate: lasciate che cresca al vento, al sole che scotta, sotto la tempesta. Nella verità.

Gloria Momoli