Tempo
Ma poi pensa che abbiamo imparato la fretta.
La fretta di voler sapere subito come sarà, cosa sarà, se potrà funzionare.
Lanciamo un semino nella terra e gli chiediamo di germogliare l’indomani dicendogli “Ho bisogno di sapere che albero sei. Dai, sbrigati.”
Vogliamo vedere tutto ad un primo sguardo, costruirci castelli di niente nella nostra testa che bisbiglia “Altrimenti non perdo tempo.”
Tempo.
Sacro tempo.
Sacro tempo naturale delle cose che lo richiedono. Di un seme che va piantato e non gettato, dove prima ci siamo occupati del terreno. Seme che necessita di sole, pioggia, clima che varia, stagioni che passano lente. Che una volta interrato non lo possiamo vedere più, per un tempo necessario non scritto; non lo vediamo mentre fa la cosa più importante: mettere radici.
Ma poi pensa che abbiamo imparato la fretta e forse non ci occupiamo nemmeno più di posare semi nei cuori, di dare mondo e modo a qualcosa che ha radice.
Ci accontentiamo delle cose recise, già sbocciate e che appassiscono con la stessa velocità con cui abbiam goduto del loro – sradicato – trionfo.
Tutte le cose più forti che conosco hanno avuto bisogno di tempo, e lì hanno messo radici che oggi danno fiori e frutti. E altri semi.
Allora sai che probabilmente quel che dobbiamo fare è rimparare la pazienza.
Sacra pazienza.
Gloria Momoli