24.07.2019

Amare in silenzio trasforma la tua attenzione, la acuisce; da orizzontale la verticalizza in ogni più piccolo dettaglio.

Come una gazza ladra prendi il più possibile: rubi dettagli, attimi, indizi, piccoli tesori.
Ti guardi attorno per conoscere senza dire una parola, alleni il sentire che non ha bisogno di domande, che non può sapere. Gli occhi però in realtà non rubano: con veloce dolcezza si appoggiano sulle cose e chiedono loro di sapere di più, di svelare.
Osservi il corpo e noti un giorno un gonfiore sotto agli occhi: è lieve, ma lo noti. Senti i cambi di umore. Osservi le mani che si posano o meno sul volto per stropicciarlo e rinvigorirlo nei giorni di stanchezza.

Hai tagliato i capelli, oggi sei venuto in moto, oggi no. Hai riposato bene oppure sei stanco anche se non lo ammetti. Oggi è un giorno in te, oggi invece sei più aperto e chiedi di me.

I baci poi, e gli abbracci: li memorizzi sotto la carne. E dove si posano le labbra, registri la gratitudine sul tuo corpo per quegli attimi che se fossero tanti forse diventerebbero scontati. E tanti non lo sono, no, per niente. Scontati non sono: no, per niente.
E li tieni sulle guance, su una spalla. Come conservi la pressione delle sue mani sul tuo volto, il calore del suo petto sul tuo quando ti avvolge, la vicinanza. Tutto ha il peso specifico del sentimento che va custodito.

In quanti modi si può amare. Anche in silenzio, anche se è proibito, anche con rispetto.

Gloria Momoli