Io sono un miracolo

Le cose che diamo per scontate spesso sono quelle che ci mantengono in vita. E invece ci aggrappiamo con forza alle piccolezze, intralciando il loro venire e andare e dando loro un’eccessiva importanza.

Invece, oggi, io ringrazio.

Ringrazio la velocità in cui si muove la terra, ringrazio perché le stelle non ci cadono addosso, ringrazio la temperatura del sole che ci dà vita e non ci brucia: ringrazio le distanze esatte. E il tempo. Il ritmo del mio cuore, del respiro, il lavorio delle mie cellule per l’equilibrio, le stagioni. Ringrazio per la capacità di una madre di tenere in grembo un’altra vita e del padre di possedere il seme per quel terreno fertile. Per quel desiderio che è stato messo nel voler unirsi e perpetrare la vita. Ringrazio chi lo chiama “fare l’amore”.
Ringrazio per il verde della natura, il moto delle acque e la trasparenza dell’aria. Ringrazio perché le radici proliferano sapientemente nella protezione della terra, e non in balia allo scoperto. Ringrazio i miei sensi che mi permettono di sperimentare tutto questo, e quel sesto che mi permette di vedere e sentire ancora oltre.
E queste sono solo alcune cose visibili: ringrazio perché a contare sono soprattutto le cose che non possono essere contate e viste, ma sono innumerevoli e presenti. E che ci educano a pensarci in comunione e non divisi.

C’è quella frase portentosa, che a sentirla e risentirla sembra quasi perdere il suo significato di rivelazione:

“Ci sono due modi di vivere la vita. Uno è pensare che niente è un miracolo. L’altro è pensare che ogni cosa è un miracolo.”

È incredibile imparare a notare come la maggior parte delle cose alle quali permettiamo di modificare il nostro stato d’animo in peggio, siano assolutamente irrilevanti di fronte al miracolo della vita che si compie in ogni istante.

Io sono un miracolo. Ed è sapendo che lo leggerai anche tu, che l’ho scritto in prima persona. Dillo di nuovo: io sono un miracolo.
Ricordalo.

Gloria Momoli