Simile all’acqua

In questa società per dire chi siamo, siamo abituati a dire cosa facciamo.
 
Io mi sento più simile all’acqua, che a un lavoro. Dice più di me un abbraccio, che la mia laurea.
Nemmeno la mia età me la sento mia, perché forse sono più da spazio che da tempo.
Somiglio più alle luci subito dopo il tramonto, che ad un attestato. C’è più di me nei miei occhi che nella mia capacità di tenere i conti, programmare, organizzare.
 
Allora basta, allora dimmi chi sei quando nessuno ti vede. Dimmi se sei la stessa persona tra la gente e nella solitudine. Dimmi con che gesti ami, quale mondo ti stai impegnando a fare vivere, cosa invece ti occupi di spegnere, lasciar andare, guarire.
 
Oppure non dire niente e lascia che io ti guardi e che ti veda davvero. E ascolti lì chi sei: non nelle parole che hai imparato a dire di te, ma in quelle che hai silenziato e ti gridano dal corpo. Io le sento.
 
Gloria Momoli