Vivi

Sono nel nulla, bambina mia, e ti prendo per mano.
Ti accompagno quando ti senti sola, ti accarezzo quando piangi, ti respiro quando non respiri.
Sono nell’aria, giovane donna, sentiti avvolta, protetta, guidata. Fammi entrare dalle narici, dalla bocca, dagli occhi, dalla pelle. Sono per te, sono con te.

Sono dentro, donna medicina. Sono dentro mentre la tua ombra sembra prendersi tutto, farti a brandelli, lasciarti morsicata ai margini dei pensieri bui, mentre iene di timori se la ridono nella tua notte.
Sono la guarigione, la madre, la vecchia, la pentola in cui si cucinano le rivelazioni, la pelle cicatrizzata e resistente. L’orecchio del mondo a cui dici “Prendimi, muorimi. Muorimi e poi rinascimi.”

Sono maestra di bontà: quella che si impara quando non si vuole più lottare, quando la paura fa spazio al tepore della resa. Sono l’umiltà che, come balsamo di terra, nutre le crepe.

Ti busso dal petto, spingo, mi dimeno, sono l’universo che vuole uscire fuori. Lasciami esplodere, lasciami ridarti alla luce.
Scrivimi e consegnami, ricordami, recitami come preghiera.

Sono la vita, bambina mia:
lasciami vivere, lasciati vivere.

Gloria Momoli