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Mi sono giudicata tra l’amore impossibile e quello che vorrei. Tra ciò che dovrei aver fatto a questo punto del cammino, e invece no.
Mi sono sparpagliata tra scatole, chilometri, silenzi, pelle insicura e corpo rigido. Ho messo da parte parole per non ferire, non dire, non mancare: ho mancato me.

Non posso zittirti, mia voce. Non posso essere chi non sono né nel cuore, né nel mondo.
Io che fatico, io che sbaglio, io che mi sposto e vorrei tornare, io che non dico: ma vedo e sento, oltremodo, oltremondo. E quando è troppo, ora, pungo. Piango.

“Non censurarti” mi hanno detto. Non censurarti, bambina mia, anima antica. Parla. E se ferisci per le tue parole vere: non chiedere scusa.
I tuoi sentimenti sono le tue parole, le tue parole sono i tuoi sentimenti. Radici e rami interscambiabili, indivisibili. Alberi dalle radici al cielo, rami nella terra.

Senti, bambina mia.
Scrivi, anima antica.
Non solo della bellezza ma della fatica: quella che tutti facciamo ma censuriamo.
Scrivi che chi legge ha sete. E non di sapere che andrà tutto bene, ma che mentre non va, si è incastrati, persi, delusi:
ci si stringe la mano,
ci si tiene per ramo.

Gloria Momoli