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Le persone ci incontrano con il risultato di quello che abbiamo fatto con quello che ci è accaduto, fino a quel momento. E dimenticano che non siamo un punto fisso ma siamo la somma di emozioni, eventi, gioie, catastrofi, relazioni, cicatrici, solitudini, conquiste, amori, cammini. In una formula mai uguale a sé stessa o a quella di qualcun altro. Dimenticano che non siamo un punto d’arrivo, ma soprattutto: non siamo un punto di partenza.
La nostra vita vive da anni e quello che qualcuno giudica – in un determinato momento – non essere abbastanza: magari è una straordinaria conquista per quello che abbiamo vissuto noi fino a quel momento; il meglio che possiamo fare in quel tempo.
Spesso ci incontriamo dopo cuori spezzati, piani andati all’aria, delusioni, traumi, difficoltà, tradimenti, momenti di crisi profonde, ferite rimarginate con grande impegno e ancora delicate.
Potete certo riconoscere che quello che una persona vi dà in quel momento, per voi non è abbastanza. Perché desiderate di più o altro. È giusto. Rispettatevi.
Ma non fate mai sentire a quella persona che non è abbastanza o che non fa del suo meglio. Questo è ingiusto.
Rispettatela.
Gloria Momoli