Scegliersi nella verità

«Non voglio fare male, ma voglio poter dire il male. Perché non siamo solo belli e il mondo è spesso un posto micidiale, ma va detto senza aggiungere altro male al male, va detto per dire: non così.
L’autobiografia serve a essere di tutti, se sono molto vera con la mia storia e con me, sto scrivendo la storia di tutti.» La tenerezza, Chandra Candiani

Ho scelto le parole di Chandra – che amo – per dire una cosa che non avrei saputo dire meglio e per introdurre uno scritto di qualche anno fa, diverso dal solito, più personale. È arrivato il tempo che venga alla luce per servire, per essere di tutti.

Premetto che parlo da donna e che tengo la distinzione uomo-donna qui, perché mi è utile dire specificamente dell’istinto femminile; che conosco, che mi riguarda. Ma non ci sono assolutamente generalizzazioni tipo “uomo traditore” “donna vittima” “solo gli uomini tradiscono”: assolutamente no.
È parte del mio vissuto, e come tale non pretende d’imporsi come verità o sapere ultimo. È un tratto di un cammino che prosegue e costantemente cambia, mi fa crescere, mi fa vedere altro; oltre. Mi piacerebbe invece che, dopo averlo letto, diceste la vostra. Io sono qui per imparare.

Sono certa che coglierete le mie intenzioni e accoglierete le mie parole.

[Il tradimento all’interno di una relazione]

Di per sé tradire non è mai una cosa buona: porta sempre del dolore. Già il nome e l’eggregora che ha creato, ne rivelano la pesante ombra.
Ma mettiamo caso che può accadere, che è umano. Che ogni situazione è a sé e generalizzare a me non piace mai.
Per come la penso io, alla domanda “Tu perdoneresti un tradimento?”, rispondo: perdonerei senz’altro – non senza attraversare prima un grande dolore – ma probabilmente non sarei più capace di restare perché per me la relazione a due è sacra, così come lo è fare l’amore. La verità però è che non lo so perché non mi è stato dato modo di affrontarlo, ma solo di scoprirlo poi, a relazione finita.

C’è altro che per me fa del male forse ancora più dell’atto in sé: la menzogna che segue, la negazione del gesto.

In una mia relazione sono stata tradita più volte e mi è stato nascosto più e più volte. A dire il vero credo di essermi fatta delle belle corna da cervo: quelle con tante diramazioni. Non delle banali corna di toro, no no: proprio tutta una roba fatta bene, due bei palchi ben sviluppati.
Le mie sensazioni mi parlavano chiaro, non riuscivo a fidarmi, chiedevo – con calma e comprensione, anche e soprattutto per dare un senso al mio malessere – e mi veniva smentito. Tutte le volte. Tutte le volte guardandomi negli occhi.

È qui che, secondo me, avviene una cosa che è ancora più dannosa del tradimento.

Se io ho sentito bene, non devi (mai!) gettare del dubbio sul mio istinto e sul mio sentire.
Perché vai a colpire qualcosa di più, di più globale; di importante.

L’istinto di una donna è uno strumento che funziona alla perfezione. Siamo state dotate di un sesto senso, di un sentire e sapere che va oltre il detto o non detto. C’è poco da fare: alcune cose le abbiamo sotto la pelle, ce ne accorgiamo, le fiutiamo.
Questo è un dono che va nutrito.
E si nutre di verità.

Quando un uomo tradisce una donna e poi mente anche sull’infedeltà: colpisce l’istinto di una donna.

Se una donna è giovane e si sta misurando con la conoscenza di questo potere: è un torto enorme.

Quando l’uomo è infedele la donna lo sente, lo sente sempre (se non lo sente è perché non vuole e sta lasciando dormire una parte di sé). Lei lo sa, lo chiede, chiede chiarezza, verità, e il compagno mente “Ma no amore, siamo solo io e te”.
Eppure qualcosa non torna, eppure alla donna l’istinto dice altro.

Cosa può accadere allora?

Può accadere che la donna cominci a faticare ad ascoltarsi, impari che il suo istinto si sbaglia (non è così, ma è questo ciò che impara), che se l’uomo che ama le dice questo, non può che essere la verità; ha fede nella relazione più di quanto – ancora – abbia fede nel suo istinto.

La conseguenza di questo è che l’istinto, da voce chiara e ferma che è, si fa fioca, distante; perché inascoltata. Perché la donna comincia ad ascoltare qualcosa che è altro – fuori – da sé.

Le sensazioni nella pancia vengono messe da parte e l’istinto si ammala.

Ma alla donna, sebbene sia ferita: l’istinto tenace – grazie al cielo – non smette di esprimersi.
Si esprime con la mancanza di fiducia pura nei confronti dell’amato, con reazioni inspiegabili, con i “boicottaggi”, con un “Di’ basta, lascialo” che parla nelle viscere e non tace; non tace mai.
Questo è quello che è accaduto a me.

Questa è la speranza, la salvezza che il nostro essere ci manda; ma non sempre viene recepita.
E allora, la maggior parte delle volte, la donna diventa meno donna, perché una parte fondamentale di sé muore se non la si nutre. E una donna con l’istinto leso è persa, lì fuori.

Uomini, quando gettate menzogna sull’istinto di una donna state facendo un torto all’umanità. E non esagero.

Io vorrei pensaste che quella donna potrebbe essere vostra figlia.

Mettiamo che vostra figlia incontri un uomo, la sua pancia parla, dice che quell’uomo non è buono, che c’è qualcosa che non va e che si deve allontanare. Ma lei non la ascolta perché “No, quella volta con X il mio istinto si sbagliava, deve sbagliarsi anche ora.”
Lei non si allontana e l’uomo le fa del male – con tutti i tipi di “male” che al giorno d’oggi non è poi così difficile immaginare –.

Generazioni di uomini traditori creano generazioni di donne che si mettono costantemente in dubbio, che si indeboliscono, che non sanno proteggersi.

La donna che tradite è figlia, la figlia di quello che è un uomo come voi e che darebbe la vita per proteggere il sangue del suo sangue.
Non state tradendo solamente le donne, ma anche la vostra alleanza con gli altri uomini.

Fare l’amore – o sesso, come dicono alcuni – con un’altra donna, a patto che non siate in una relazione aperta decisa insieme – non fa bene mai, soprattutto se poi lo nascondete. È una violenza che infliggete a chi è convinta, convinto che siate solo in due.

C’è da essere veri, onesti e coraggiosi. E permettere alle altre persone di conoscerci e sceglierci per come siamo; altrimenti, se indossiamo delle maschere, siamo noi a scegliere per loro. E questo è profondamente ingiusto.
Serve creare circoli virtuosi e non viziosi; perché siamo tutti parte di un’unica sacra relazione.
Abbiamo due ruoli differenti e necessari, uomo e donna, che creano ricchezza. Ma siamo fondamentalmente uguali e soprattutto: insieme.

“Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo.”
Uno dei miei: è il trionfo della verità.

Gloria Momoli