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Mi stendo fino al cielo,
rendo grazie a quel che abita lì.
Mi radico nella terra, mamma di pura bellezza che mi ha voluta qui,
a baciarla con i piedi quando cammino in lei.
Mi incontro nel mezzo, dove sono corpo, centimetri di un sistema portentoso che in ogni istante si prodiga per la vita.
Mi ricordo anima di passaggio,
che se per un momento fa silenzio, rincasa consapevole, si accorge e ascolta: sa che tutto è perfetto.
Spirito di carne, cucitura di orizzonte tra il firmamento e il suolo.
 
E quando dimentico la meraviglia di tutto questo, giungo le mani a preghiera e so che prima di andare via di qui dovranno essere vuote. Aperte e vuote.
Perché avrò donato tutto quello che potevo, che scoprivo e che la vita ha voluto che affrontassi
affinché non fossi più io, o mio,
 
ma lei
 
attraverso me.
 
Gloria Momoli