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Il cuore che batte forte, i pensieri che non si sedimentano e restano come polvere a vagare nel vento. Così le parole: che non si fermano, volteggiano inafferrabili. Foglie d’autunno in un’eterna discesa, sospese sopra ad un terreno irraggiungibile.
Eppure dicevi che dovevi togliertela quella terra sotto ai piedi. Fare quel cambiamento, arrivato come richiesta da una voce nella pancia. Scomoda. Ma troppo radicata per non essere ascoltata.
E ora che sei qui, foglia nel vento, figlia nel vento: non ti senti d’appartenere a nessun luogo. Domande che non hanno risposta, parole che non parlano. Anche la pancia tace.
Se perdersi serve per ritrovarsi,
se cambiare serve per crescere,
se cadere serve per alzarsi, di nuovo. Nuova.
E forse:
figlia del vento.
Gloria Momoli