Ventisei dodici duemiladiciotto

E dimmi che quando poserai le tue mani sul mio cuore, sarai balsamo per ogni più piccola ferita vissuta.
Dimmi che sapremo riconoscerci anche nel buio dell’anima. Che quando tu arriverai capirò che tutto questo ha avuto un senso. Che tutti gli errori, il dolore, la solitudine: è valsa te.

Dimmi che ogni Natale sola guarirà, perché ogni giorno insieme sarà rinascita.
Che ti riconoscerò come l’amore della vita e non mi frega sia in modo romantico come nelle canzoni: mi basta che sia vero. Mi basta tu sia vero.
Dimmi che con te porterai tutta la fiducia che ora mi manca, che avrai pazienza nel comprendere che tutto questo mio sentire, non è semplice da portare.
Dimmi che sarai seme delle anime che chiamo da un po’ e che sento attorno a me, mie figlie – una per prima che chiamo già per nome -. E che saremo famiglia.
Dimmi che mi farai madre e sposa del tuo amore in modo non convenzionale. Non mi frega il vestito bianco, la festa. Non sono principessa: fammi regina del tuo cuore. E salirò sul trono per la libertà, per l’amore, per la verità.

Dimmi che arriverai e saprai colmare tutta questa solitudine che mi toglie il fiato, in un respiro.
E dimmi che mi basterò, che non mi salverai perché l’avrò già fatto da sola. Che avrò i miei spazi da lupa solitaria e che oltre questi miei sacri confini non andrai mai, se non per ampliarli.

Dimmi che arriverai, che ci sei e che ti stai muovendo verso me.
Perché si dice che ogni cosa che stiamo cercando, stia allo stesso tempo cercando noi.

Ritrovami dai.

Gloria Momoli