A piedi nudi

Trasformare il dolore in poesia,
dargli occhi, corpo e riposo.
Lasciare il mistero, mistero.
Fare dell’amore vastità.
Dare baci con generosità, alcuni mescolarli alla dolcezza, altri al desiderio e al godimento.
Avere fede, come gli animali che vanno in letargo ce l’hanno nel risveglio.
Partorirsi tutte le volte che serve. Imparare dal liquido amniotico e dalle contrazioni, tagliare il cordone solo quando ha smesso di dare nutrimento. Tagliare tutti i cordoni quando hanno smesso di dare nutrimento:
né prima, né dopo.
Ricordare com’è sentire un cuore da dentro: perché figli, ce l’abbiamo nella memoria della carne. Rivivere il ricordo ascoltando un cuore da fuori, con le orecchie appoggiate a un altro petto, diventando parte di quel battito atavico.
Lasciare agli altri libertà, anche di andarsene.
Dire la verità.
Essere verità.
Smettere di frequentare chi mente e ripulire il tempio del sacro che si erge nell’onestà.
Sapere che per fiorire e fruttificare, serve far pace con le radici.
Imparare a memoria le mani di chi amiamo, e accarezzarle come le stessimo plasmando dalla terra.
Avere cura della bellezza.
Abitare l’incertezza.
Guarire le ferite bambine.

Togliersi le scarpe prima di entrare in casa e nella vita di qualcuno.

Non abbassarsi di fronte a nessuno,
inchinarsi davanti a tutti.

Gloria Momoli