Devi sbrigarti
Devi sbrigarti perché ci sono tante poesie che ti devo dedicare, far leggere, imparare con te. Devo vedere come te le senti addosso, cosa ti avvolgono nel corpo, se le comprendi: come le sbucci tu attraverso la tua carne. Devo annusare il profumo che hanno quelle parole restituite dalla tua bocca, per capire chi sei, come dormi la notte, se ami e perdoni chi ti ha messo al mondo.
Ci sono tante poesie che ti devo scrivere perché a me la vita esce dalle dita in lettere: non so dipingere, non so scattare, canto un po’ così come mi viene, di pancia. Ma scrivo con quella strada che unisce ogni parte del mio corpo; come quei giochi sulla settimana enigmistica che con la penna segui i puntini. E alla fine disegni il mio sentire che è foglie, torrente, bocca piena di cibo che ama, sciarpa che scalda quando c’è vento; la luce dopo la tempesta.
Ti devi sbrigare. Ché non voglio metterti fretta, no questo mai.
Però ci sono giorni in cui quei puntini diventano semi, io fetta d’anguria e quando vengono tolti per mangiarmi:
io
non ricordo più chi sono.
Gloria Momoli