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Vorrei sapere se quando abbracci li tieni aperti o chiusi gli occhi.

Vorrei sapere se fai il cambio degli armadi o come me ti ritrovi a fine novembre ad avere ancora i sandali tra le scarpe di tutti i giorni; perché hai il mare dentro anche d’inverno.

Sei uno di quelli che il sugo lo vuole sopra alla pasta oppure dentro? Mescolato bene, come a dire: o tutti o nessuno, o distribuito equamente o non mi piace. Sei giusto anche con gli uomini come lo sei con gli spaghetti?

Vorrei sapere se hai un lato preferito in cui dormi e lo sai, o invece “Ma come faccio a saperlo, se sto dormendo?” che è quel che ho sempre pensato anch’io.
Se preferisci ricevere i regali o farli, se sorridi agli sconosciuti mentre cammini lì fuori; quanti anni hai appena sveglio la mattina di Natale.

Vorrei sapere tutte le linee del tuo corpo come si sono formate, se hai cicatrici, cosa dicono; che lembi di mondo uniscono.
Se ti baci mai in parti raggiungibili dalle tue labbra – mani, spalle, ginocchia… – come ad amarti e dirti grazie. Ché non è prerogativa femminile la gentilezza fatta in casa.

Se ti lasci amare dove qualcun altro ti ha fatto del male.

Però facciamo così: facciamo che non mi dici niente e lo scopro quando è tempo.

E ogni tanto io controllo l’armadio: per vedere se d’estate hai un maglione pronto a porgermi in quei miei giorni del cuore che sono fuori stagione.

Gloria Momoli