31.08.2019

Avevo lasciato aperto il cuore e sei entrato. Con un soffio di vento hai girato le tende e sei uscito, dallo stesso cuore sempre aperto. Non trattengo, non forzo, non ti afferro.

Hai attraversato la pancia però, in un istante. Una foglia è caduta: pianta d’appartamento che brama il selvaggio ma gentile accetta cure addomesticanti. Qualche lacrima. Per così poco? Mai è poco il mio sentire.

Lo lascio sempre aperto il cuore io, come quelle porte di case di paese che si fida nonostante al telegiornale parlino di cronaca nera. Ma è distante. Anche quando in passato è arrivata e ha saccheggiato. È andata poi. Non è vita lei che è disonesta e impaurita. Nessun terrorismo attechisce su questa terra gentile.

Gentile, come sei stato tu. Di testa, con me che son di cuore. Ma entrambi abbiamo avuto occhi e mani. Le hai strette sopra ai ciottoli sotto al cielo; lo ricordo.
Ho sorriso con le radici, ho avuto fretta e timori antichi, ho avuto poco spazio tra gola e pancia.

Grazie.

Io ancora con me, eterna me stessa che a volte vorrei abbandonare. Invece mi faccio abbandonare.
Ma resto, io giuro che resto, io giuro che resto con me.

Raccolgo la foglia.
Non guardo il telegiornale
e non ho le tende io

eppure si son fatte, in un istante: vento.

Gloria Momoli